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Ricostruzione di Varsavia

Varsavia ricostruita- patrimonio mondiale dell‘Unesco

Si dice spes­so che Var­sa­via sia rina­ta dal­le cene­ri, alla pari del­la feni­ce ‚distrut­ta al 85% duran­te la secon­da guer­ra mon­dia­le e rico­strui­ta fedel­men­te gra­zie alla tena­cia ed al gran­de sfor­zo dei suoi abitanti.

La citta‘ vecchia della capitale, sorge su una scarpata lungo le sponde del fiume Vistola.

In real­ta‘ gia‘intorno al ‘300‘vi nasce un pic­co­lo bor­go medie­va­le con le mura e il castello,di appar­te­nen­za ai duchi del­la Masovia.

Suc­ces­si­va­men­te ai pri­mi del 600,‘ Var­sa­via diven­ta la capi­ta­le del­la Polo­nia, non­che‘ un impor­tan­te cen­tro cul­tu­ra­le, poli­ti­co ed economico.

Pri­ma del secon­do con­flit­to mon­dia­le, la capi­ta­le bel­la, ric­ca e mae­sto­sa ven­ne chia­ma­ta spes­so la Pari­gi del cen­tro Europa.

Alla fine del­la Rivol­ta di Var­sa­via del 44‘ i tede­schi costrin­se­ro tut­ti gli abi­tan­ti ad abban­do­na­re la loro cit­ta‘. Con lan­cia­fiam­me e dina­mi­te ven­ne ridot­to in pol­ve­re tut­to cio‘ che rima­ne­va anco­ra in piedi.

Quan­do nel gen­na­io del ‘45‘ i pri­mi abi­tan­ti vi fece­ro rien­tro, cer­ca­ro­no diso­rien­ta­ti le loro case ormai total­men­te inesistenti.

Un imma­gi­ne rac­ca­pric­cian­te, un ammas­so di rovi­ne di case distrut­te, bru­cia­te, coper­te di neve ‚un fred­do geli­do di quell‘inverno indi­man­ti­ca­bi­le, detri­ti e quant’altro.

Qua e là resi­dui bel­li­ci anco­ra poten­zial­men­te peri­co­lo­si ‚esplo­si­vi, mine,che i tede­schi lascia­ro­no come maca­bro ricor­do del loro pas­sag­gio.
E‘ il silen­zio, il silen­zio che pian pia­no sta­va diven­tan­do un silen­zio assor­dan­te… Le per­so­ne cre­sce­va­no dal nul­la. Piangevano.

Sem­bra­va che non ci fos­se alcun posto in cui poter tor­na­re. Con strac­ci addos­so, in una ter­ri­bi­le real­ta’ e nel­la mise­ria, tut­ta que­sta unita’di popo­lo sta­va facen­do ritor­no nel­la loro ama­ta cit­tà. Con pero‘una cer­tez­za, ma con sopra­tut­to una spe­ran­za, e una gran­de voglia di rico­strui­re, di ritor­na­re al piu’ pre­sto alla normalita‘.

La cit­ta‘ vec­chia , il patri­mo­nio del­la nazio­ne era com­ple­ta­men­te rasa al suo­lo, ma la gen­te veni­va a lavo­ra­re volon­ta­ria­men­te, per un sem­pli­ce piat­to cal­do, tut­ti uni­ti, con una gran voglia di vive­re e una gran­de gio­ia, ma sopra­tut­to con la con­sa­pe­vo­lez­za che tut­to que­sto incu­bo pos­sa final­men­te esser finito.

Varsavia- patrimonio UNESCO

Oggi la cit­ta‘ vec­chia di Var­sa­via, rico­no­sciu­ta dall‘UNESCO, fa par­te del‘Patrimonio Mon­dia­le dell‘Umanita‘, per la sua fede­le rico­stru­zio­ne sfio­ran­do l’ originale.

Spes­so con i turi­sti attra­ver­san­do le vie del cen­tro sto­ri­co, sor­ge loro una doman­da, dicen­do­mi, che se non gli aves­si det­to che tut­to que­sto e’ sta­to rico­strui­to , avreb­be­ro pen­sa­to che fos­se ori­gi­na­le…. E‘ dif­fi­ci­le da crederci.

Ma que­sto rima­ne un gran­de segno di spe­ran­za per tut­ti noi, spe­cial­men­te nei tem­pi odierni.

Dopo ogni tem­pe­sta c’e’ sem­pre il sole e pri­ma o poi la tem­pe­sta finira‘.